13 marzo 2005 - Gara a coppia
Riceviamo l'invito a un'iniziativa che andrebbe discussa. Definendo le caratteristiche della coppia normodotato/disabile, varrebbe la pena di provare una "Gara a Coppia" e i suoi effetti che, teoricamente, potrebbero convincere, bisogna vedere nell'esperienza pratica come vengono concretizzati. Di seguito l'invito e al termine la risposta inviata (con la controproposta del Memorial Claude Combe).
L'invito:
DOMENICA 13 MARZO 2005
CENTRO SPORTIVO ASTERIA:
p.za Carrara 17/1. - MILANO
dalle 15,00 alle 18,00
manifestazione che ha lo scopo di far conoscere e diffondere
lo sport disabile.
A questo scopo è necessario che:
• l’attività sportiva non venga solo guardata ma praticata insieme per consentire
una vera integrazione e conoscenza tra le persone.
• l’iniziativa deve coinvolgere i giovani, come segno prospettico di una società
futura realmente integrata, aperta alle “diversità” e tesa a valorizzare la
persona al di là dell’inabilità fisica o psichica
• deve divenire occasione di riflessione, scambio di informazioni e di dibattito
sull’integrazione dei disabili e sulle realtà associative disabili e non, che
vogliono collaborare.
• le formule delle gare e i regolamenti degli sport devono essere adattati,
per consentire la pratica comune.
trofeo di judo a coppie suddiviso in due fasi:
1. ju no kata
2. yaku shoku geiko
la coppia partecipante dovrà essere composta necessariamente da:
• un atleta normodotato + un disabile
• due atleti disabili
ciascuno dei componenti la coppia dovrà disputare entrambe le fasi; la somma
dei punteggi ottenuti da ciascun judoka nelle due fasi, consente di stabilire
la classifica finale con l’assegnazione del trofeo.
Tutti i partecipanti verranno premiati con una medaglia di
partecipazione.
Ai primi classificati verrà assegnato il trofeo “sport senza frontiere 2005”
Tutti gli atleti partecipanti devono avere un’età superiore ai 14 anni (ammessi
dal 1990).
La manifestazione prevede la partecipazione di personaggi del mondo dello sport.
Successivamente alla manifestazione, in altra data, verrà
proposta una tavola rotonda per tutti gli operatori sportivi,dirigenti di palestre,
scolastici e istituzionali che desiderano confrontarsi sul tema:
“l’integrazione attraverso l’attività sportiva praticata insieme”.
La risposta:
Gentile signor Cartago,
prendo atto del suo gentile invito, che promuoviamo presso le nostre associazioni.
Tuttavia vorrei esprimerle un parere per cui il gruppo che guido personalmente
non parteciperà.
- "Yaku-shoku-geiko" è una pratica di allenamento particolare
che si sviluppa in certi gruppi e addirittura vi sono gruppi che ne hanno fatto
tema di gara. Ma fare gare di yaku-shoku non è una pratica che appartenga al
judo in generale.
- "Ju-no-kata" è una forma generalmente insegnata a livelli avanzati di cintura
nera, che per adesso non rappresentano la benché minima parte dei gruppi di
disabili judoistici.
Per cui la mia osservazione è: esiste un gruppo judoistico comprendente disabili che ha insegnato questo Ju-no-kata, ha allenato i suoi disabili nel yaku-shoku-geiko, e di conseguenza ha proposto questo inconsueto modello di gara in vista di trionfarvi? Le posso rispondere di sì e questo regolamento di favore non fa onore al Centro Asteria.
Cesare Barioli