SIENA 12 – 13 FEBBRAIO 2005

Week-End per Disabili Genitori, Volontari e Insegnanti di Judo

CONFRONTO DI ESPERIENZE NEL

“JUDO ADATTATO”

Sono intervenuti a queste due giornate 32 Judoisti disabili, 38 genitori, 30 operatori del settore e 21 insegnanti di Judo, oltre a una decina di praticanti della palestra e gli illustri ospiti.

Troppi sul tappeto; dovessimo ripetere l’esperienza, a fronte di una simile partecipazione, sarebbe necessario un altro locale. Bello comunque il colpo d’occhio: partecipazione, impegno e grande energia. Ginnastica, cadute tecnica, uchikomi, yakushoku e randori: un’ora è volata; subito dopo suddivisione in categorie e inizio dei randori arbitrati, tre - quattro incontri contemporanei sul tappeto, coinvolgimento degli insegnanti e dei judoisti intervenuti per l’avvicendamento, l’arbitraggio e la consolazione degli sconfitti.

Purtroppo l’assenza del professor Notarnicola (inaspettata influenza) ha creato qualche problema, costringendo ad una contrazione del programma. La sua lezione era prevista con l’intervento attivo dei disabili, che quindi sarebbero rimasti sul tatami insieme ai genitori e agli operatori. La conferenza del cortesissimo prof. Rossini, che si è prestato a sostituirlo, si rivolgeva invece esclusivamente ai genitori agli operatori e agli insegnanti di Judo; i disabili sono perciò rimasti dabbasso intrattenuti da giochi programmati durante la settimana in previsione di un eventuale contrattempo.

Il prof. Rossini, che ha dimostrato grande disponibilità nell’intervenire, essendo stato contattato solo la sera precedente, dopo aver osservato la pratica sulla materassina ha decisamente affermato che ciò che noi riusciamo a mettere in pratica è la concretizzazione di una teoria educativa elaborata alla fine degli anni settanta dal prof. Canevaro, ma mai applicata nella scuola e tantomeno in altri ambiti della società. Tale teoria predica che l’essere umano nel rapporto con gli altri riceve delle risposte e dei giudizi positivi o negativi e questo giudizio appunto condiziona l’idea della propria immagine e conseguentemente influenza la possibile integrazione nel gruppo o nella società.

Ottenendo sempre giudizi negativi l’integrazione appare negata sia per i disabili che per i normodotati. Il giudizio dunque come termine relativo e discriminante risulta un’invenzione strumentalizzata da chi vuole gestire un potere. La collaborazione fattiva che ha visto sulla materassina lo ha molto stupito, anche dopo la spiegazione che nel Judo e nella realtà della vita le “mutue concessioni” sono applicate costantemente in tutti quei campi in cui l’essere umano pone come primo obbiettivo l’idea di crescere individualmente e collettivamente.

Appassionata la partecipazione dei presenti, anche grazie alla buona energia di Rossini, non sono mancate le domande e le risposte, anche con accenni contrari e polemici.

Il professore ha affermato, confidenzialmente, che il suo intervento non forniva elementi tecnici (come avrebbe voluto invece fare Notarnicola) dai quali trovare spunti per migliorare la pratica. Mentre potrebbe risultare utile per propagandare, attraverso la sua testimonianza autorevole, nella scuola o in altri ambiti della società, l’idea del Judo e dello sport-educazione.

Con il prof. Rossini è venuta da Prato Matilde Cavaciocchi (che si era gentilmente prestata a contattarlo).

A mio avviso non siamo riusciti a cogliere in pieno l’opportunità di stabilire strategie, che rimane uno degli obbiettivi primari di tali incontri demandando ad una sorta di casualità la concreta possibilità di prendere coscienza e agire. In futuro ritengo che questo debba essere un punto fondamentale da affrontare.

Poi tutti in albergo il servizio di autobus è stato utile ad evitare inutili perdite di tempo; dopo cena, la danza di Maresa è stata interrotta dal malore di un genitore, e la conseguente attesa del medico che è giunto quando tutto era ormai (fortunatamente) risolto.

I ragazzi si sono divertiti; hanno cantato e ballato, con l’aiuto di un’animazione musicale, in un’atmosfera di serenità, collaborazione e fratellanza. I tavoli vedevano la presenza varia e alternata di disabili, genitori insegnanti e operatori. Mangiando c’è stato il tempo di conoscersi, scherzare e trascorrere piacevolmente il tempo tra una portata e l’altra.

La mattina seguente portati ai margini del centro storico con gli autobus, ci siamo avviati verso il centro per la visita alla città. Il rione del “Nicchio” ha predisposto una calda accoglienza con bandiere e tamburi come vuole la tradizione senese facendo visitare i luoghi della contrada: Territorio, Oratorio, Museo e Società, e predisponendo un rinfresco. A mio avviso, questo coinvolgimento della città risulta importante per una presa di coscienza del problema disabili e ha dimostrato una sensibilizzazione che ha trovato spazio anche nella stampa cittadina.

cialisDisfunzione erettile

Clicca sull'immagine per ingrandirla

Poi prosecuzione verso la piazza del Campo, luogo eletto della città, e punto d’incontro tra la via “Francigena”, percorsa da noi, e quella “Di Città” che giunge dal colle di “S.Maria” dove è posto il Duomo e le due torri: quella del Palazzo Comunale in piazza del Campo e quella del Duomo (colle di S.Maria). Pur partendo da diverse condizioni orografiche, quella del Palazzo Comunale si imposta ad una quota notevolmente più bassa rispetto a quella del Duomo, ma raggiungono la stessa quota assoluta (m. 403 sul livello del mare) a significare la raggiunta parità tra potere temporale (Comune) e spirituale (Chiesa). Una ragazza, guida autorizzata, appositamente contattata, ha spiegato in maniera sintetica gli aspetti urbanistici, architettonici e monumentali della città, usando parole concise e semplici, e ha riscosso una buona attenzione da parte dei convenuti.

Poi siamo rientrati all’albergo dove era prevista la partenza, o il pranzo per chi desiderava attardarsi.

La spesa è stata contenuta in €50 a persona per la cena, la notte e la colazione del mattino; la cena dei disabili è stata offerta grazie ad un contributo della banca cittadina (MPS) pertanto i disabili hanno speso €35. Tale trattamento, in albergo a quattro stelle, è stato possibile grazie all’intervento di amici. La compagnia di trasporti (Train) ha messo a disposizione gli autobus necessari e col piccolo budget che avevamo a disposizione abbiamo provveduto a realizzare un ricordo per ogni disabile (portapenne in ceramica) e un ricordo per ogni società (piatto). L’associazione “Le Bollicine” con la quale collaboriamo, ha giocato un ruolo fondamentale nel far patrocinare la manifestazione dal Comune, che ha messo a disposizione la tipografia per la stampa dei depliant e delle locandine, ha effettuato i comunicati stampa e ha fatto intervenire il canale civico per la registrazione e trasmissione di parte della manifestazione.

Durante l’allenamento in palestra e nella conferenza, erano presenti anche un giornalista dell’Unità che ha preso notizie per un articolo sul quotidiano e una Tv privata della città (Canale 3 Toscana) che ha ripreso parte dell’allenamento e lo ha trasmesso durante il Tg della sera.

In questi due giorni le barriere, che comunemente esistono, tra normodotati e disabili non c’erano, perché è apparso chiaro a tutti coloro che hanno partecipato, che tra esseri umani disponibili a collaborare per la realizzazione di un’idea sarebbero solo uno spreco di energia.

Teniamo con noi questi momenti felici…
un saluto a tutti, Marco

Clicca sull'immagine per ingrandirla